Museo storico della Resistenza
Il Museo della Resistenza si trova a Sant’Anna di Stazzema, immerso nel verde delle montagne ma in posizione tale da consentire la vista dei luoghi del massacro di cui esso stesso è memoria.
Il museo originario è stato ricavato all’interno della vecchia struttura delle scuole elementari del paese, ed inaugurato nell’autunno del 1982 dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il 19 settembre 1991 è stato trasformato nell’attuale Museo Storico della Resistenza in Toscana.
Il progetto di restauro del Museo ha voluto recuperare l’edificio esistente attraverso la sua ristrutturazione, prima interna e poi esterna, e quindi attraverso un nuovo allestimento.
L’intervento si è mosso nel rispetto dell’edificio esistente, limitando le opere sulle strutture e creando nuove suggestioni spaziali con un semplice ma efficace rivestimento interno dell’involucro edilizio. Gli ambienti espositivi di progetto sono stati definiti, infatti, da nuove pareti bianche in cartongesso piegate ad accogliere i pannelli espositivi ed evidenziate dal grigio scuro di pavimenti e soffitti.
La forza espressiva del progetto è stata affidata ancora una volta al contrasto cromatico ed alle vibrazioni emotive che scaturiscono dall’andamento frastagliato e rotto dei pannelli: un percorso continuo e “sofferto” che sembra non trovare mai fine, proprio come il dolore che racconta. Il pathos raggiunge il suo culmine nella sala dell’eccidio che è stata completamente rivestita e dipinta di rosso.
Alla base dei pannelli, il battito sottile di una linea ECG, scandisce e ritma il percorso espositivo che si svolge ininterrottamente sotto il ripetuto sguardo dei bimbi uccisi. Lievi variazioni cromatiche segnano le diverse sezioni in cui si articola l’esposizione: attraverso oggetti e testimonianze, quotidiani dell’epoca, materiale fotografico e multimediale, il Museo offre ai visitatori una panoramica esauriente delle vicende svoltesi nel periodo 1943-1945.
Il progetto iniziale prevedeva inoltre la costruzione di un involucro vitreo esterno per avvolgere la preesistenza ed arricchire il prospetto con una comunicazione di forte carica emotiva: un grande pezzo di vestito intriso di sangue, posto all’interno delle lastre di vetro, e la scritta in tedesco ed italiano “sangue e speranza”, volevano ricordare le 560 vittime dell’eccidio.
Data di realizzazione: 2007